Si sa è buona regola fondamentale quando si scopre di star veramente male di affidarsi per prima cosa alla medicina, ma un uomo di 54 anni Antonio Cataldi, la pensa diversamente ed è portatore di una testimonianza unica.
Cataldi è il titolare dell’Hotel dei Fiori, quarta generazione di una famiglia che lo fondò nel 1907, sposato con Angela, padre di Civitina (trent’anni), Matteo (ventotto), Filippo Maria (diciottenne).
Una mattina del Settembre anno 2007 accusa dei disturbi nella zona del fegato e anche se non si preoccupò più di tanto ne parlo al fratello che lo convinse a fare degli esami nella clinica più vicina.
Antonio lasciatosi convicere fa questi esami e leggendo la risposta rimane impietrito dal risultato degli stessi esami; un calcinoma al fegato.
Ovviamente esami cosi preliminari vanno sempre approfonditi e l’uomo infatti andò al Policlinico Gemelli per ripetere gli esami e sentire altri pareri ma anche li purtroppo la notizia che mai dovrebbe essere appresa è la stessa; calcinoma al fegato.
Dice Antonio: «Mia sorella Amalia, che più volte era andata in pellegrinaggio a Padova, mi esortò a seguirla in un viaggio organizzato in pullman. Così, io che ero devoto del Santo, come mia madre, ma non ero mai stato alla sua tomba, andai».
Ed è 14 ottobre 2008 che accade il Miracolo più impensabile.
«Insieme a mia sorella sostai davanti alla tomba e, mentre appoggiavo le mani sulla lastra di marmo, sentii un forte bruciare prendermi dall’inguine alla testa. Pochi secondi, che dovettero però alterare la mia espressione, perché Amalia mi chiese se stessi bene… È passato, è passato, risposi».
Tornato a Fondi stava veramente bene come se nulla fosse accaduto, comunque continuò a farsi visitare e hai Gemelli lo hanno trattenuto per ben 25 giorni poiché il risultato della tac era incomprensibile, in quanto un calcinoma non può sparire cosi da un momento all’altro senza una ragionevole spiegaione scientifica. Ma Il professor Baroni, primario di oncologia che aveva seguito il caso di Antonio non è mai riuscito a dare una spiegazione logica, le uniche soluzioni secondo lui sono state non mediche, insomma un vero e proprio Miracolo di guarigione.
Fu una grande festa per tutti compreso il parroco entusiasta per wquesto Miracolo che non lascia dubbi e il fratello disse:“Vai al Santo e mettici la tenda… ogni anno”. Così, da allora, per il 13 giugno vengo in basilica parlo col rettore Enzo Poiana, prego».
Una storia bellissima, un segno di Dio inconfutabile e Antonio che Antonio conclude con quyeste parole: «Lo sono ancora di più. Vicino al mio albergo c’è il santuario intitolato alla Madonna del cielo; ne sono assiduo frequentatore».
Gli accertamenti medici? «Ogni tre mesi mi ci sottopongo e tutto è chiaro. Non ho fatto mai la chemioterapia, né altre cure. Mi sono affidato, soltanto, a Sant’Antonio».